La zuppa di cipolle è un gustoso primo piatto della tradizione francese. La primavera sta facendo capolino ma ci aspettano ancora giornate fredde. Caldo, morbido è appagante nelle giornate fredde.
Perché non confortarsi con una bella zuppa di cipolle direttamente dalla Francia? Ecco per te la mia ricetta preferita. Un piatto buono quanto bello e perfetto da cuocere su Ghisanativa che rilascia e trattiene il calore perfettamente.
Ingredienti
- 1,2 kg di cipolle bionde o bianche
- 1,2 l di brodo di carne
- 18 g di farina tostata
- Olio e burro q.b
- Cognac o brandy q.b.
- Sale fino
- Parmigiano grattugiato
- Groviera
- Fette di pane casereccio tostate
- 4 ciotole da forno
Metodo di preparazione
Tosta la farina su Ghisanativa. Quando tosti la farina, porta a calore la pentola e aggiungi la farina mano a mano. La brunitura della stessa sarà immediata e veloce. Taglia a julienne le cipolle, fai scaldare un po’ di olio e burro – o solamente olio o solamente burro, come preferisci.
Poi rosola le cipolle su Ghisanativa.
Sfuma con un po’ di cognac –o brandy- e quindi spolvera con la farina che hai precedentemente tostato.
Bagna con il brodo caldo e lascia sobbollire per almeno 30 minuti.
Quando la tua zuppa avrà assunto un aspetto cremoso, prendi le ciotole monoporzione, metti sul fondo una fetta di pane ben ricoperta di groviera (per il pane consiglio un pane da crostini); sopra versa la zuppa di cipolle, spolvera di parmigiano grattugiato e fai gratinare in forno.
Varizione:
Se non hai il brodo di carne, puoi usare quello di verdura oppure – a mali estremi, estremi rimedi: usa il dado – quello che preferisci. Io consiglio di preparare il dado in casa.
Il cognac può anche non essere usato ma secondo me gli offre una sfumatura di sapore molto piacevole.
Per quanto riguarda i crostoni di pane puoi farne anche due: uno da mettere sul fondo della zuppa e uno da gratinare e mangiare a parte. Questo è quello che ho fatto io!
Michela Oppo
“Insegnante di cucina, veneziana di adozione nata e vissuta fino a 18 anni nella città di La Spezia da un papà sardo e una mamma ligure, spezzina per la precisione con un po’ di sangue piemontese. Ho lasciato pezzetti di cuore a Shanghai, Buenos Aires e Londra. Ci sono molte ragioni per cui si cucina, per nutrire e per nutrirsi certamente ma, io credo di cucinare soprattutto per amore, per amore verso i miei cari e perché no, per essere amata a mia volta. Amo il tango, il mare, i libri che fanno sognare, le ceramiche, i ventagli, le lingue e… la cucina e la pasticceria ovviamente!“